Il Primitivo, alfiere dell’enologia pugliese

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Il Primitivo è un vitigno a bacca nera diffuso in gran parte del sud Italia come Campania, Molise, Basilicata e Sardegna.

La zona però più vocata per la coltivazione di questo vitigno è sicuramente la Puglia, e in particolare la zona di Manduria, incastonata tra Taranto e Lecce. Le origini del Primitivo sono incerte ma si ritiene che sia arrivato in Italia dalla Croazia oltre 20 secoli fa grazie agli Illiri, antica popolazione stanziata nei Balcani. Il Primitivo dimostra anche una singolare somiglianza uno dei vitigni più famosi della California, lo Zinfandel, somiglianza confermate da un’attenta analisi genetica che ha dimostrato che lo Zinfandel altri non è che Primitivo.

L’origine del nome è combattuta ma una delle teorie più accreditate è la seguente: nel 1700 don Francesco Filippi Indelicati, prete di Gioia del Colle notò che un vitigno a bacca rossa maturava molto prima degli altri, già prima della fine di agosto. In virtù di questa maturazione precoce il vitigno venne chiamato “Primitivo” dal latino “Primativus”. Dal punto di vista agronomico il Primitivo è un vitigno piuttosto esigente, con una sensibilità sia ai lunghi periodi di siccità che all’eccessiva umidità. I suoi acini di colore blu scuro sono estremamente vicini tra loro creando un grappolo molto compatto. L’umidità, restando intrappolata tra gli acini, favorisce lo sviluppo di microrganismi come le muffe, pertanto il Primitivo ha bisogno di un clima secco e caldo, con piogge intense ma brevi in modo che l’acino possa asciugarsi velocemente e restare sano.

Il Primitivo viene spesso allevato ad alberello, che garantisce una produzione molto bassa ma di estrema qualità. E’ una vite che tende ad essere molto longeva ed è possibile trovarne anche di età superiore a 80 anni. Le caratteristiche di intensità e di corpo dei vini ottenuti dal Primitivo, unitamente alla sua alta produttività (anche se non molto costante) hanno fatto si che in passato fossero utilizzati soprattutto come vini da taglio. Soltanto in tempi più recenti, lavorando sulla riduzione delle rese, ritornando alle forme di allevamento tradizionale (alberello pugliese) ed utilizzando tecniche di vinificazione più accurate, il Primitivo ha portato a prodotti veramente notevoli che ne hanno determinato la riscoperta da parte del grande pubblico. Il Primitivo così prodotto ha generalmente un colore rubino intenso e profondo, con sfumature violacee che tendono al granato con l’invecchiamento. Il profumo è di frutti rossi come amarena, more, prugne, con in più note floreali di viola. L’affinamento in legno gli dona sentori speziati, tra i quali troviamo cannella, cacao, pepe nero e liquirizia. Al palato è caldo, pieno ed avvolgente, con tannini delicati e dotato di buona persistenza, perfetto per accompagnare piatti di carne come grigliate e arrosti.

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